![]() Pitture e artisti |
IL GLOSSARIO D'ARTE è un utile strumento di
consultazione al servizio di tutti gli amanti dell'arte, per conoscere
meglio questo mondo delle meraviglie.
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ACQUAFORTE
L'origine dell'acquaforte molto probabilmente risale al Medio Evo, periodo in cui si usava l'acido nitrico (in Latino aqua-fortis) per incidere e decorare armi e armature. Tra il 1400 e l'inizio del 1500 il nome e la tecnica vennero adottati dagli artisti incisori. L'acqua forte é dunque una tecnica incisoria mediante la quale viene inciso del metallo (generalmente rame, zinco o ottone) utilizzando acido nitrico o il percloruro di ferro. La lastra di metallo viene quindi ricoperta da vernice grassa ed incisa dall'artista attraverso una punta di acciaio. La lastra viene poi immersa nell'acido (morsura) e successivamente si passa all'inchiostratura ed alla stampa. Uno dei primi a servirsi di questa tecnica fu l'orafo tedesco Urs Graf, autore della prima stampa datata (1513), ma fu il Parmigianino a intuirne le possibilità e a perfezionarne la tecnica. L'acqua forte raggiunse il suo culmine con Rembrandt e tra i maggiori incisori ricordiamo Claude Lorrain, Jacques Callot, Stefano della Bella e Giovanni Benedetto Castiglione detto il Grechetto.
ACQUERELLO
L 'acquerello è una tecnica di pittura che si ottiene
diluendo con acqua, colori in polvere (vegetali o minerali). Spesso si
aggiungono all'acqua altre sostanze come la glicerina e la gomma arabica. Si
può utilizzare la pittura ad acquerello dipingendo su carta, cartone,
pergamena, legno, vetro o altri supporti, purché le superfici siano
opportunamente trattate e preparate. La tecnica dell'acquerello consente di
realizzare belle trasparenze e eccezionali sfumature, ha origini antiche e
sicuramente in Cina l'acquerello fiorì incessantemente dal III al XV secolo. L'acquerello
in Europa si sviluppò tuttavia nel 1700, specialmente in Inghilterra e in
Francia, mentre in Italia l'acquerello fu largamente impiegato da molti
grandi pittori dal 1800. L’acquerello raggiunse la fama con William Turner che ne
perfezionò la tecnica sostituendo ai colori minerali quelli vegetali, e con
Bonington, che lo usò oltre che nei paesaggi e nelle vedute anche nelle
scene storiche.
ACRILICO
E' una tecnica di pittura moderna. Ha caratteristiche spesso inverse rispetto all'olio. L'acrilico é di rapida essiccazione e di resa brillante, i suoi colori sono sostanzialmente delle tempere magre, solubili in acqua, che invece di leganti organici (come la tempera all'uovo), contengono leganti sintetici (a base, appunto, acrilica). La sua formula permette pitture rapide, sovrapponibili, adattabili su quasi tutte le superfici. Il mondo dell'acrilico offre tutte le possibilità di utilizzo e con i suoi ausiliari, é possibile il suo uso in qualsiasi campo, dalla grafica alla decorazione, dal restauro, alla pittura artistica.
ACROMATISMO
Ovvero non cromatico, privo di colore. In pittura, l'acromatismo si
ottiene mescolando un colore primario e il suo colore complementare o i tre
colori primari insieme.
ACTION PAINTING
O Pittura d'Azione o Tachisme. Movimento artistico che nasce come reazione al
rigore geometrico di Mondrian. Appartiene alle tendenze astratte
manifestatesi in America negli anni 40 e si basa sulla necessità di
improvvisazione e di spontaneità, consentendo
all’artista di dar libero
sfogo al proprio inconscio per liberarsi dall’angoscia e dalle
inquietudini. Suo scopo è l’atto stesso del dipingere e pertanto
l'artista utilizza sia gli ortodossi strumenti di pittura che le innovazioni
più volgari (sgocciolamenti, spruzzamenti, getti di materia ecc.). Espresso
generalmente su tele di grande superficie, comunica all’osservatore il
senso dinamico dell’emozione e del gesto che la trasmette. Il termine fu
usato per la prima volta nel 1952, dal critico americano Harold Rosenberg
sulla rivista "Art News", per definire il più alto contributo
americano all’arte contemporanea. Il primo artista a sperimentare l'action
painting fu Jackson Pollock nel 1947, tra gli altri artisti rappresentativi
del movimento ricordiamo Willem De Kooning, Soulages, Mark Rothko e Franz
Kline. Vedi anche Astrattismo
e Informale.
AEROGRAFO
L'aerografo è stato ideato dall'inglese Charles Burdick nel 1893 ed una
minuscola pistola a spruzzo di alta precisione che funziona ad aria
compressa. Il colore e l'aria compressa vengono incanalati
separatamente
lungo il corpo dell'aerografo e si miscelano nel puntale, dove il colore
viene nebulizzato finemente ed espulso attraverso l'ugello. I colori
utilizzati, che vengono inseriti in un apposito serbatoio possono essere di
vario tipo (acquerelli, tempere, inchiostri, oli ecc.), ma devono essere ben
diluiti. L'aerografo funziona alimentato da una sorgente d'aria compressa,
generalmente fornita da un compressore, ma eccezionalmente é possibile
utilizzare bombolette di aria compressa dotate di regolatore di pressione.
In genere per pitturare, si utilizzano con l'aerografo sagome in
polipropilene impermeabili, lavabili e indeformabili; si possono così
realizzare sottili linee, ampie campiture di colore uniforme, sfumature ecc.
AEROPITTURA
L'Aeropittura nasce nel febbraio 1931con la "Prima Mostra di
Aeropittura - Omaggio futurista ai trasvolatori", che raggruppa per
la prima volta cinquanta aeropitture di dodici artisti ed emana poi un suo
"Manifesto". Occorre però dire che già nel 1929 Fedele Azari,
aviatore ed artista futurista, aveva creato
assieme a Marinetti, un "dizionario aereo", ed opere di aeropittura erano già
state
realizzate a partire dal 1918 per mano di alcuni artisti quali Nino Costa,
Fedele Azari in arte Dinamo, Osvaldo Peruzzi, l'inglese Nevinson, Pippo
Oriani e Luigi Colombo, tanto che alla Biennale di Venezia del 1926,
l'aeropittura aveva assunto già i suoi formali caratteri del "dinamismo-plastico"
ispirato al mito della macchina e della velocità che sta alla base del
Futurismo in generale. L'aeropittura dunque è un genere pittorico che si
ispira all'aeronautica e al volo, del quale vuole esprimere le sensazioni
dinamiche con significativi titoli, come "Spiritualità dell’aviatore"
e "Trittico della velocità".
AFFRESCO
La
tecnica dell'affresco conosciuta fin dall'antichità, consiste nel dipingere
direttamente sul muro, quando l'intonaco è ancora fresco e umido, con l'uso
di pigmenti naturali. Per la pittura ad affresco è necessaria questa
particolare procedura:
- Stesura del primo strato - "l'arricciato"
é costituito da un misto di calce spenta e sabbia grossa.
- Stesura del secondo strato
- "l'intonaco" o "tonachino" é costituito da calce
spenta e sabbia fine ben setacciata . Questo strato è destinato ad
assorbire il colore mantenendolo inalterato per molto tempo.
- Disegno - Viene in genere effettuato con la tecnica dello spolvero,
utilizzando lucidi con il disegno forellato nei contorni.
- Pittura - Consiste nella
rapida (circa 6 ore) applicazione con pennello di pigmenti diluiti in acqua.
Per rapida applicazione si intende stendere il colore fino a quando il
tonachino é fresco.Nel caso di grandi superfici
da affrescare occorre quindi dividere lo spazio e stendere l'intonaco in
previsione di quello che si potrà dipingere in 6 ore "giornata".
ANSCRONISMO
L’anacronismo è un andare contro corrente attribuendo personaggi e ambienti a tempi non coerenti con esso, quindi nella lingua italiana l’anacronismo consiste, nell’attribuire a persone o eventi delle caratteristiche inverosimili perché relativi ad epoche diverse da quelle reali. Da un punto di vista artistico l'Anacronismo é un movimento artistico che si sviluppa in Italia tra la fine degli anni 1970 e la metà degli anni 1980. L'anacronismo nasce come contrapposizione al concettuale internazionale, alla pratica delle installazioni ed a tutte le tecniche multimediali. Fin dagli inizi l’Anacronismo fu teorizzato e fortemente sostenuto dal critico d’arte, Maurizio Calvesi. Gli anacronisti, tra i quali troviamo Stefano Di Stasio, Omar Galliani, Franco Piruca, Carlo Maria Mariani e Alberto Abate, si rifanno a una cultura neo-umanistico riproponendola liberamente contaminata.
ANAMORFOSI
Il termine anamorfosi dal greco ana (all'indietro ritorno verso) e morphe (forma), compare per la prima volta nel trattato "Magia Universalis naturae et artis", pubblicato da Gaspard Schott nel 1657. Esso sta ad indicare un particolare tipo di immagine distorta ottenuta per proiezione su un piano fortemente inclinato o curvo, rispetto all'osservatore. Ne consegue che le immagini anamorfiche risultano comprensibili solo se si pone l'occhio nel punto di vista esatto dove la deformazione scompare. L'Anamorfosi è una tecnica che consente all'artista di mascherare immagini, tanto che alcuni pittori utilizzarono l'Anamorfosi per nascondere nelle loro opere scene censurabili.